Subito dopo il trauma è consigliabile immobilizzare il ginocchio per ridurre il dolore, tenerlo in scarico deambulando con due stampelle e mantenere del ghiaccio per periodi di tempo ripetuti. Tuttavia l’immobilizzazione del ginocchio deve essere mantenuta il meno possibile stimolando il paziente a recuperare quanto prima tutto il movimento del ginocchio e iniziare un immediato trattamento fisioterapico per la ripresa funzionale.
Fisioterapia pre-operatoria.
In questi traumi c’è un notevole stravaso ematico, che causa dolore ed impotenza funzionale. La prima meta del fisioterapista è quella di liberarsi di questo “impiccio” drenando il tutto con Tecar terapia per stimolare la circolazione sanguigna e linfatica.
E’ importante raggiungere un completo recupero dell’arco di movimento e del tono muscolare, prima di sottoporsi ad un intervento chirurgico di ricostruzione del legamento crociato anteriore.Appena è possibile, si sottopone il paziente ad esercizi isometrici, mobilizzazioni passive e poi attive.
Trattamento chirurgico.
Il trattamento chirurgico, un tempo riservato ai soli pazienti giovani e sportivi, oggi con il miglioramento delle tecniche chirurgiche ha delle indicazioni più ampie. Occorre considerare che ogni minimo cedimento articolare che può insorgere anche per attività banali come salire e scendere le scale è da considerarsi una piccola distorsione del ginocchio che può creare un danno alle strutture articolari ancora sane (menischi, cartilagine), provocando una precoce insorgenza dei fenomeni degenerativi con l’anticipazione dell’artrosi.L’intervento viene eseguito in artroscopia mediante due piccole incisioni e con l’ausilio di una telecamera. Con appositi strumenti dedicati si procede alla realizzazione di due tunnel ossei, uno tibiale e uno femorale su cui viene poi posizionato il neo legamento e fissato in modo stabile.
Il trapianto più frequentemente impiegato per ricostruire il legamento crociato anteriore è costituito dai tendini dei muscoli semitendinoso e gracile o in alternativa dal tendine rotuleo.
Si possono anche impiegare tendini da cadavere o sintetici ma non da preferire come prima scelta. La degenza media per questo tipo di intervento è di un giorno data la mini invasività con cui viene eseguita con le moderne tecniche.
Fisioterapia post-operatoria.
Una volta effettuato l’intervento, il paziente viene gestito sia dall’ortopedico per controlli periodici,
che dal fisioterapista per la rieducazione. Il lavoro di equipe è alla base del recupero ottimale del soggetto.
Già dal 2° giorno il paziente deve iniziare esercizi isometrici e di mobilizzazione passiva. Potrà camminare con stampelle sfiorando il piede a terra appena possibile.
Come per il pre-operatorio si gestisce gonfiore e dolore con terapia fisica e ghiaccio. Intorno al 30° giorno si lasciano le stampelle e si iniziano esercizi in carico a Catena Cinetica Chiusa(CCC).
L’attività lavorativa è ripresa al 2° mese continuando il protocollo riabilitativo, mentre l’attività sportiva non prima del 6° mese.